Eccoci giunti alla fine, ed anche quest’anno i fratelli Winchester non deludono, anzi!
Li avevamo lasciati chiusi nel bunker, ma si sa, non saranno certo delle mura ad intrappolarli! Per la gioia di Dean che può usare finalmente il lanciagranate.
Il primo dei due episodi del finale è incentrato sulla battaglia contro gli uomini di lettere. Jody riesce a catturare Mary ed i cacciatori americani decidono di combattere gli invasori tutti insieme sotto la guida di Sam. Ho trovato bello che Dean decidesse di lasciare il comando al fratello. Essendo il maggiore, è sempre stato lui a prendersi l’onere del comando, ma in questo caso riesce a fare un passo indietro perché capisce che Sam ha bisogno di riscattarsi.
Certo è che Dean non resta con le mani in mano e cerca di salvare Mary, anche se sarà difficile riuscirci.
Ci troviamo così a seguire due storie parallele. La battaglia alla base degli inglesi infuria con perdite da entrambe le parti, ma alla fine i nostri vincono perché, nonostante siano meno equipaggiati e meno addestrati, loro hanno un obiettivo comune, loro mettono il cuore in quello che non è un lavoro, ma una missione per la vita.
Nel frattempo Dean ci mostra una delle più struggenti sequenze di questa stagione. Sì, perché Supernatural non è solo demoni e battaglie, è anche amicizia, famiglia e sentimenti. Dean entra nella testa della madre e si ritrova a quando erano una famiglia perfetta. Cerca di farsi sentire, ma lei sembra stare bene dov’è e non lo ascolta. Dean non è mai stato bravo ad esprimere a parole i suoi sentimenti, ma in questo caso parla con il cuore in mano. Dice a sua madre quanto la odia perché tutto quello che è successo è colpa sua, ma la ama anche perché in fondo è sua madre. Ma soprattutto lui la perdona per tutti gli errori e per tutto quello che ha dovuto passare a causa delle sue scelte. È qui che finalmente la madre lo vede veramente per quello che è. È anche il momento in cui vengono interrotti da Ketch, e quando Dean sta per soccombere, Mary torna in sé e protegge il figlio uccidendo il killer.
Certo, mi aspettavo che gli americani vincessero alla fine, però devo dire che ho trovato la storia degli Umanisti inglesi ben costruita attraverso gli episodi e questo finale è decisamente degno di questo fantastico show.
Ma nel frattempo, che sarà successo a Lucifero, Kelly ed al bambino?
Sweetsilvia
Carry on my wayward son, for there’ll be peace when you are done… ogni volta che sento questa canzone, mi vengono brividi e lacrime miste a un senso di disagio interiore per la consapevolezza che dovrò aspettare l’autunno per un nuovo episodio di Supernatural. Bando ai tristi “arrivederci”, dopo aver dato un bel calcio ai sederi Union Jack, i Winchester hanno altre ben più divine chiappe da colpire, quelle di Lucifer. All Along the Watchtower, episodio diretto da Robert Singer (storico produttore e regista della serie), conclude una stagione che era iniziata con un senso di vittoria e stabilità familiare per Sam e Dean, ma che a lungo andare li aveva trasformati in prede di svariati cacciatori. L’incalzante ritmo delle vicende che si sono succedute ha trovato la sua apoteosi proprio nel finale di stagione, soprattutto nelle ultime scene. Dopo una prima parte più lenta, caratterizzata dalla ricerca di Kelly e Cass, nella seconda sembra di stare sulle montagne russe in quanto concentra tutta l’azione della puntata.
Arrivati nella casa in cui si nascondono i due fuggitivi, i Winchester scoprono che la nascita del nephilim ha creato un spacco nella realtà collegando la loro dimensione con un’altra nella quale la guerra tra angeli e demoni ha distrutto il mondo (dove guarda caso non esistono Sam e Dean). Come se questo non bastasse, arriva quasi subito Lucifer, dando appena il tempo ai Winchester di preparare un piano che, ammettiamolo, era un po’ alla rinfusa. Se devi combattere contro il Diavolo devi essere più che preparato. Si ritrovano a dover combattere su più fronti, senza avere per nessuno di questi le armi o le strategie adatte, ha ragione Dean ad essere così agitato. Infatti le cose non sarebbero potute andare peggio di così, se calcoliamo anche Rowena, apparentemente uccisa brutalmente da Lucifer, e Kelly, la dodicesima stagione si chiude con la morte di ben quattro personaggi e uno esiliato in un altro mondo.
No, non basterà a calmare il fandom la possibilità che ci hanno regalato di rivedere Bobby (Jim Beaver) se verranno confermate le morti di Crowley e Castiel. Divenuti ormai capisaldi della serie, non riesco davvero ad immaginare la stagione conclusiva, almeno stando ai rumors, senza di loro. Il grande assente della stagione, che tutto scommettevano avrebbe fatto almeno un’apparizione nel finale, è, manco a dirlo, Dio/Chuck. Come è possibile dar vita a una personaggio di tale portata e non utilizzarlo in questa occasione? Capisco il voler evitare la trappola “abbiamo un problema, chiamiamo Chuck“, che significherebbe mettere fine all’essenza stessa della serie, ma santo cielo, se nemmeno un squarcio nella realtà o magari il fatto di diventare nonno riesce a farlo intervenire, davvero non riesco a immaginare cosa potrebbe. Una carta vincente che a mio parere è stata purtroppo ignorata.
Gli ultimissimi minuti del finale ci mostrano fugacemente il pargolo satanico. Devo dire che la sua entrata in scena è stata molto di effetto, lasciando nel pubblico ad incubare fino al prossimo autunno il dubbio sulla vera identità del nephilim. Sarà una sorta di messia, come credeva Cass, o ha ripreso tutto da papà? Questo è sicuramente un tema che verrà approfondito nella prossima stagione, insieme a molti altri. Ho notato che il livello di soprannaturale della trama diventa sempre più alto ogni anno che passa, con finali sempre più apocalittici e personaggi sempre più mitici. Ma se dopo aver tirato in ballo Dio e compare, gli autori sono riusciti a creare una stagione che ci ha tenuti incollati allo schermo entusiasti, sinceramente non vedo l’ora di vedere che cosa hanno in serbo per noi.
Una stagione che segnato un po’ un ritorno alle origini di Supernatural, nella quale i fratelli Winchester hanno dovuto difendersi, oltre che dai demoni, anche dalla loro stessa razza, senza, però, mai ricorrere a soluzioni di stampo divino, ma semplicemente basandosi sulla loro forza e sul loro legame di sangue. Promossa a pieni voti.
Serendipity
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